I tarli del legno infestano mobili, parquet, travi e solai e sono in grado di provocare seri danni estetici e strutturali, ma non pungono l’uomo: non possiedono pungiglione, aculei né apparato boccale che possa pungere o mordere. Tuttavia, molto spesso, le infestazioni di tarli sono accompagnate da punture ripetute, dermatiti pruriginose e reazioni allergiche.

Perché?

La colpa è di minuscoli parassiti che vivono in simbiosi col tarlo del legno: lo Scleroderma domesticum e lo Pyemotes ventricosus, detto comunemente Acaro del tarlo.

SCLERODERMA DOMESTICUM

Questo imenottero, similissimo a una formichina, è molto aggressivo. I maschi hanno le ali, ma non il pungiglione. Le femmine invece, una volta fecondate, pungono ripetutamente le larve del tarlo, iniettando un veleno paralizzante: ciò consente loro di nutrirsene con facilità e di depositare su di esse le uova, così da garantire ai nuovi nati l’immediata disponibilità di cibo.

Può capitare che pungano l’uomo, con conseguenze più o meno pesanti: fastidio, prurito, gonfiore, dolore, ma anche dermatite, orticaria, malessere, nausea, persino febbre.

Come riconoscere le punture di Scleroderma domesticum

  • Le punture avvengono ripetutamente in primavera e in estate, di notte.
  • Il pizzico è doloroso. Poi compaiono chiazze rosse con al centro un punto più gonfio, talvolta giallastro.
  • Sono punture multiple e sparse sul corpo.
  • Sono lente a guarire e tendono a infettarsi.
  • Quando sono numerose o il soggetto è più sensibile, si formano ponfi, papule pruriginose, vesciche.

ACARO DEL TARLO

Appartiene a una delle migliaia di specie di acari ed è tra i più diffusi in Italia. È un artropode, la cui vita è strettamente connessa alla presenza di tarli del legno, poiché si nutre della loro emolinfa. Vive nelle gallerie del legno o addirittura nelle carcasse delle vittime e la sua arma letale è il veleno neurotossico prodotto dalle ghiandole salivari, che viene iniettato con cheliceri aghiformi nelle prede, paralizzandole.

L’acaro del tarlo si caratterizza per l’efficientissimo sistema di riproduzione, che consente all’infestazione di progredire velocemente. Le femmine fecondate ospitano le uova in un enorme rigonfiamento dell’addome chiamato “fisogastria”: qui le uova maturano e la prole raggiunge la maturità sessuale; qui restano i maschi nell’attesa di fecondare immediatamente le femmine, che usciranno alla ricerca di cibo per completare il ciclo riproduttivo. In tal modo ogni femmina riesce in breve tempo a procreare centinaia di giovani nuovi esemplari.

Come riconoscere le punture di acaro del tarlo

L’acaro del tarlo è invisibile a occhio nudo, ma le sue punture sono una delle principali cause di problemi dermatologici in casa. Attratto dall’anidride carbonica emessa dal nostro corpo, può accadere infatti che attacchi l’uomo.

  • Le punture avvengono ripetutamente in primavera, in estate e fino in autunno.
  • Il pizzico non viene avvertito e la reazione cutanea è ritardata: persino a distanza di ore, compaiono chiazze rossastre leggermente in rilievo con al centro un alone più chiaro e talvolta una vescica, che grattandosi diventa crosta.
  • Le punture sono molteplici e si concentrano solitamente sul tronco.
  • Il prurito è intenso e prolungato anche per settimane.

Ogni anno sono moltissime le persone che soffrono di fastidiose dermatiti estive o che, magari dopo aver dormito in campagna o in una dimora con mobili antichi, si ritrovano invase da prurito, bolle rosse, ponfi e papule. Nella maggior parte dei casi la diagnosi è difficile, se non si collega l’evento alla presenza di tarli del legno negli ambienti frequentati, e si finisce per assumere farmaci senza riuscire a risolvere il vero problema – che si ripete.

COME DIFENDERSI DALLE PUNTURE DEI PARASSITI DEL TARLO

Contro Scleroderma domesticum o acaro del tarlo hanno scarsa efficacia eventuali pesticidi, né esistono soluzioni fai da te. Per non essere più punti, bisogna eliminare il motivo della loro presenza: il tarlo del legno. Ecco perché è necessario procedere con una disinfestazione professionale, che assicuri la non sopravvivenza di tarli e parassiti, che vivono all’interno di mobili, travi, parquet e manufatti in legno, qualunque sia il loro stadio vitale (uova, larve, pupe, adulti).

Bromotirrena interviene con tecnologie innovative, sicure e a bassissimo impatto ambientale, che variano a seconda dei luoghi dell’infestazione.

  • I nostri tecnici trattano i mobili e gli oggetti di piccole dimensioni nella sede aziendale, dove giaceranno in un’autoclave con atmosfera controllata in una condizione di totale assenza di ossigeno, per tutto il tempo necessario a eliminare qualsiasi forma di vita.
  • Nel caso di travi, parquet e oggetti non movimentabili, invece, i disinfestatori intervengono sul posto utilizzando una coperta termica a infrarossi: tale metodologia è rispettosa dei materiali trattati, sicura per le persone e garantisce la massima efficacia, poiché l’intero processo è computerizzato e consente di monitorare i valori in tempo reale per avere la certezza dei risultati.

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