disinfestazione tarli

Minuscoli fori, polvere fine, insettini che sfarfallano in primavera e in estate, talvolta strani rumori provenienti dal legno: sono questi i segnali di un’infestazione di tarli, che può danneggiare irrimediabilmente mobili antichi, opere d’ arte, arredi, travi e parquet.

In natura il compito di questi coleotteri è deteriorare gli alberi caduti a terra, dando un contributo prezioso all’equilibrio dell’ecosistema. In casa la presenza di tarli del legno è devastante: la larva è una sorta di lombrico che cresce all’interno del legno nutrendosi di cellulosa e scava gallerie che ne minano la struttura e la solidità. Quand’è il momento dello sfarfallamento, buca la parte esterna e fuoriesce completamente trasformata: l’insetto è dotato di zampe e ali (anche se vola a poca distanza da terra), si accoppia, depone le uova e conclude il suo ciclo di vita.

Se non si interviene, l’infestazione aumenta progressivamente e il susseguirsi di generazioni di tarli provoca danni estetici importanti, ma soprattutto gravi problemi strutturali. Vi è infine un’altra pericolosa conseguenza, spesso sottovalutata: il tarlo ha un parassita chiamato Scleroderma, una specie di acaro che mangia le larve del tarlo e che aggredisce anche l’uomo. Ebbene, le sue punture sono causa di ponfi e serie reazioni allergiche.

COME RICONOSCERE SE CI SONO I TARLI?

Esistono diverse famiglie di questi temibili insetti xilofogi, ossia che si nutrono di legno.

In linea di massima possiamo distinguere:

  • Anobidi

Di dimensioni davvero modeste, gli insetti adulti hanno una colorazione bruno-rossastra. Attaccano sia mobili antichi, opere d’arte e arredi che travi e solai; l’infestazione si estende velocemente a tutti i manufatti in legno presenti nell’ambiente.

  • Cerambicidi e Capricorni delle case

Sono gli esemplari più grandi e pericolosi. Attaccano strutture portanti, travi e capriate: le larve arrivano a scavare gallerie larghe anche 1 centimetro, che si irradiano in ogni direzione, col rischio di provocare crolli parziali o totali.

  • Lictidi

Sono i più piccoli tra le varie famiglie di tarli. Prediligono strutture in alburno (la parte del tronco con il legno più giovane), ma anche mobili antichi, supporti di quadri e opere d’arte: il legno all’interno si deteriora riducendosi in polvere, mentre all’esterno resta uno strato sottilissimo.

Sebbene diversi, gli indizi della loro presenza sono tuttavia sempre gli stessi.

Vediamoli nel dettaglio:

  • I buchi

Si tratta della parte finale, visibile, delle gallerie scavate dalle larve. Dopo la metamorfosi completa, l’insetto ha necessità di abbandonare il legno per accoppiarsi e riprodursi e questi fori sono la via d’uscita.

  • Il rosume

È il residuo dei materiali rosicchiati, una polverina finissima che si trova nei pressi dei buchi. È uno dei segnali più significativi: vuol dire che gli insetti sono pronti a riprodursi e intensificare l’infestazione.

  • Il rosicchiamento

In alcuni casi si può addirittura sentire il rumore tipico delle larve, mentre rosicchiano e scavano gallerie.

  • Le carcasse

Nel periodo dello sfarfallamento è facile trovare gli insettini morti nei pressi del legno di cui si sono nutriti.

La disinfestazione antitarlo è un’operazione che richiede competenze professionali specifiche e tecnologie avanzate.

DISINFESTAZIONE TARLI: COME FUNZIONA NEL CASO DI MOBILI E OGGETTI TRASPORTABILI

Quando l’infestazione riguarda mobili e altri oggetti le cui dimensioni consentono il trasporto in sede, li trattiamo all’interno di un’autoclave dove si trovano in totale assenza di ossigeno per un tempo prolungato: in tali condizioni nessuna forma di vita può sopravvivere e i parassiti – adulti, larve e uova – muoiono per anossia.

DISINFESTAZIONE TARLI: COME FUNZIONA CON TRAVI E PARQUET

Qualora invece i tarli abbiano attaccato travi, solai, parquet e oggetti non movimentabili, riusciamo a risolvere ugualmente il problema, grazie a un intervento in loco. In questo caso la tecnologia utilizzata è una coperta termica a infrarossi: il calore è l’arma che ci permette di debellare i tarli, in un unico intervento, qualunque sia lo stadio del loro sviluppo.

Tale metodologia è rispettosa dei materiali trattati, sicura per le persone (non c’è ad esempio nessuna necessità di sgombrare il luogo dell’intervento) e garantisce la massima efficacia. L’intero processo  infatti è computerizzato, consentendoci di monitorare i valori e avere la certezza dei risultati.